ESTATE 2015 – LA SINTESI

A ben vedere quando si parla di Citroën storiche difficilmente ci si riferisce ai veicoli d’anteguerra. Interessanti esempi di archeologia automobilistica, ma nessuno di noi li ha mai vissuti od osservati con ammirazione. Ne deriva che l’attenzione dell’appassionato è orientata a quelle automobili che sono legate ad un ricordo, ad una riflessione, all’ammirazione indotta negli anni dell’infanzia o della prima giovinezza.

Tralasciando i fans delle bicilindriche, fino al 1974 gli oggetti di tanta straordinaria e palpitante attenzione erano fondamentalmente tre: la DS, la più piccola GS e la magnifica SM. Ognuna di esse aveva una personalità ed una foggia propria, ma almeno due denominatori comuni: la linea elegante e slanciata (disegnata dal vento si diceva) e le sospensioni idropneumatiche.
Poi, certo, la DS era già un classico (però non proprio piacevolissima da condurre), la GS aveva una linea modernissima mutuata da un noto prototipo BMC di qualche anno prima (però un po’ piccina), la SM aveva, oltre al motore Maserati (però fragile e sottodimensionato) il superbo servosterzo DiRaVi che rende una goduria ogni spostamento alla guida dei veicoli che ne sono dotati.

Di tutte queste meraviglie il destino consegnò ai posteri una meraviglia ancora più grande: la sintesi di esse. La CX ha lo spirito della DS però attualizzato, le linee di massima della GS però rese più filanti dalle maggiori dimensioni, il servo DiRaVi della SM però senza le rogne di quest’ultima e poi non solo, provate a confrontare la forma del cofano di entrambe e vi sarà ancor più chiara la discendenza.

Chi ignora tutto ciò e magari si spende in profondi peana in onore di mezzi che del passato hanno il nome ma non il fascino, non ha capito una benemerita mazza.
Scherzavo, non sono nato ieri, ha capito benissimo ma ritiene più conveniente allinearsi a faccende che nulla hanno a che fare con la passione.
Votre Marietto

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