NOVEMBRE-DICEMBRE
2010: Colpe.
Molto
bello e preciso l’editoriale di Ruoteclassiche attualmente in edicola,
Dicembre 2010.
Ogni tanto fa piacere vedere che esiste ancora qualche giornalista che non si
mette in ginocchio al cospetto del tiranello di turno.
In sintonia con la prassi
italiana di rovesciare le proprie responsabilità (o quelle della classe che si
rappresenta) sulla pelle dei più deboli, è cronaca degli ultimi giorni
l'attacco ai lavoratori, accusati di starsene a casa a guardare le partite
di calcio, da parte di chi dovrebbe farsi qualche esame di coscienza.
Questo signore lo chiameremo l'Accusatore.
L'Accusatore prende un presunto brandello di verità locale (che non sottoscrivo) lo universalizza e poi mente per omissione.
L'Accusatore, ci dovrebbe
spiegare perché in Germania un metalmeccanico lavora di
meno, guadagna di più e le macchine tedesche sono migliori (o comunque più
apprezzate) di quelle italiane.
Finge inoltre di non sapere, perché non si può credere che non lo sappia, che
salari in Italia sono i più bassi d'Europa, fonte Ocse su “La Stampa” 12
maggio 2010.
Maldestro tentativo di
scaricare sui più deboli le responsabilità di una classe dirigente incapace di
edificare una sovrastruttura politica e amministrativa orientata alla
produttività industriale.
Maldestro tentativo di scaricare sui più deboli l'incapacità di tirare fuori
una gamma di modelli convincente in grado di reggere la concorrenza.
Insomma, siamo nella solita Italietta da schifo dove regnano sovrani arroganze,
ipocrisie e piaggerie di ogni mena e dove intelligenza, lealtà e
buon senso sociale non trovano mai cittadinanza.
Con piacere leggo che Ruoteclassiche si chiama fuori dal coro.
Un piccolo appunto sulle
ammiraglie e sulla Ritmo, appunto che capirete meglio una volta letto
l'editoriale di RC.
E’ vero che Thema, 164 e Croma (anni ’80) sono stati dei successi, ma solo
sul mercato domestico.
Ne abbiamo avute sotto gli occhi a migliaia e questo può aver sfalsato la
percezione della loro effettiva incidenza sul mercato.
La Thema è stata prodotta in trecentomila pezzi che sono
stati più o meno i volumi produttivi della Citroen XM, considerata un flop da
PSA.
La Renault Safrane (chi la ricorda in Italia?) ha totalizzato settecentomila
unità prodotte e se neppure per lei si può parlare di successo, figuriamoci
delle berline italiane.
La Ritmo, dal punto di vista stilistico, era sicuramente un passo avanti
rispetto alla concorrenza dell’epoca (GS esclusa naturalmente) anche se mutuata dalla seminale Renault
14, troppo avanti questa per essere capita.
Fu la componentistica dalla qualità deprimente che ne ostacolò il successo.
E chi la decise?
Le maestranze? Come le chiamava Valletta....
Provate a domandarlo a
l'Accusatore.
Perché non lo chiamo per nome? Perché non ho i soldi per difendermi da una
querela e, anche se in effetti non ce ne sarebbero gli estremi, non voglio far
correre il minimo rischio al CX Club.
Prima di tutto.
Se non avete capito di chi si tratta, andatevi a leggere il bell'edito di RC di
questo mese.
Merry Xmas and happy new year!
Votre Marietto